Il CTR Google in calo con l’intelligenza artificiale non è più una previsione apocalittica da esperti SEO pessimisti. È realtà. Cruda, misurabile, documentata. E i numeri fanno paura più di un film horror di serie B.
Lo studio di GrowthSRC Media ha analizzato oltre 200.000 parole chiave e il verdetto è impietoso: il click-through rate per la prima posizione è crollato dal 28% al 19%. Un calo del 32% che fa sembrare la crisi economica del 2008 una passeggiata al parco.
Ma la seconda posizione? Ancora peggio. Dal 20,83% al 12,60%. Un massacro del 39% che lascia senza fiato.
Il significato di CTR e perché dovrebbe preoccuparti
Prima di andare nel panico totale, facciamo un passo indietro. Il significato di CTR (Click-Through Rate) è semplice: quante persone cliccano sul tuo risultato rispetto a quante lo vedono. È il rapporto tra clic e impressioni, moltiplicato per 100.
Se la tua pagina appare 1000 volte e riceve 200 clic, il CTR è del 20%. Matematica elementare, ma con implicazioni devastanti per il business.
Ero al telefono con un cliente la settimana scorsa – un e-commerce che fattura 2 milioni l’anno – quando mi ha detto: “il traffico è crollato, ma siamo sempre primi su Google per le nostre keyword principali.”
Gli ho spiegato che essere primi non significa più quello che significava prima. Immagina di avere il posto migliore in un ristorante che ha chiuso metà dei tavoli. Tecnicamente sei ancora il migliore, ma i clienti sono andati altrove.
AI Overview è il nuovo padrone della SERP
Le AI Overview sono il vero colpevole di questo disastro.
Da agosto 2024 a maggio 2025, le keyword che triggerano queste panoramiche AI sono passate da 10.000 a oltre 172.000. Un’espansione del 1.620% che fa sembrare la diffusione di TikTok una crescita lenta.
Per le query dove appaiono le AI Overview, il CTR organico è crollato dall’1,41% allo 0,64% anno su anno, secondo lo studio di Seer Interactive.
Ma il dato che mi ha colpito di più viene da Ahrefs: i CTR per le keyword informazionali sono scesi da 0,056 a 0,031 in un solo anno.
La confessione di MailOnline che fa tremare i polsi
Carly Steven, direttrice SEO di MailOnline, ha fatto una confessione pubblica che dovrebbe essere insegnata nelle università come “Caso di Studio dell’Apocalisse SEO”.
Quando sono primi nei risultati organici senza AI Overview, il CTR è del 13% su desktop e 20% su mobile. Con AI Overview presente, crolla sotto il 5% su desktop e al 7% su mobile.
MailOnline non è un blog di nicchia gestito dalla cantina di qualcuno. È un colosso dell’informazione che ogni consulente SEO freelance usa come benchmark. Se loro soffrono così tanto, immaginate cosa succede ai siti più piccoli.
Il paradosso delle posizioni 6-10
Ecco la parte che mi ha fatto ridere amaramente: mentre le prime posizioni affondano, le posizioni 6-10 stanno festeggiando. Lo studio mostra un aumento del 30,63% dei CTR per le posizioni dalla 6 alla 10.
Sembra che gli utenti, stanchi di leggere riassunti AI che non soddisfano le loro domande, scorrono più in basso cercando fonti originali. Una sorta di ribellione digitale contro l’automazione.
Questo fenomeno mi ricorda quando Netflix ha iniziato a produrre contenuti originali e tutti pensavano che i film tradizionali sarebbero spariti. Invece, la gente ha iniziato a cercare film “veri” con più determinazione. Same energy, different platform.
L’impatto devastante sui settori specifici
Il settore legale e politico ha registrato un aumento del CTR del 38,45% per la prima posizione, mentre i siti scientifici ottengono solo il 19,06% per lo stesso ranking. La differenza è quasi triplicata in un solo trimestre.
È interessante notare come solo il 4,79% delle keyword branded triggera AI Overview, ma quando succede, il CTR aumenta del 18,68%. Sembra che Google abbia una certa reverenza per i brand forti, o forse sono gli utenti che si fidano di più quando vedono nomi riconoscibili.
La ricerca che nessuno voleva fare (ma tutti dovevano vedere)
Un’analisi di 1.000 termini commerciali ha trovato AI Overview nell’86,8% di quelle query. Quasi il 90%.
Ma il dato più inquietante viene da SparkToro: quasi il 64% delle ricerche Google negli Stati Uniti finisce senza nessun clic su siti esterni. Zero-click search, la chiamano. Io la chiamerei “l’inizio della fine dell’internet come lo conosciamo”.
Google VS la realtà
Sundar Pichai, CEO di Google, ha dichiarato che “se inserisci contenuti e link all’interno delle AI Overview, otterrai percentuali di clic più elevate”. È una di quelle affermazioni che tecnicamente potrebbero essere vere, ma praticamente sono come dire che se vinci alla lotteria diventi ricco.
Il problema è che pochissimi siti riescono a essere citati nelle AI Overview. Il 99,5% delle volte, le AI Overview inseriscono uno o più risultati dei top 10, ma quasi l’80% contiene link solo ai primi 3 risultati.
Le strategie di sopravvivenza nell’era post-CTR
Mahendra Choudhary di GrowthSRC ha detto una cosa che mi ha colpito: è il momento di “ripensare i tradizionali parametri di performance”. Non possiamo più usare solo i clic come KPI principale.
Le query che triggerano AI Overview hanno una lunghezza media di 4,29 parole contro 3,48 per quelle che non le triggerano. Questo suggerisce una strategia: concentrarsi su keyword più corte e dirette potrebbe essere una via di fuga.
Ma la strategia più intelligente che ho visto è quella di puntare sui Featured Snippets in combinazione con ranking alti. È ancora uno degli elementi più cliccabili della pagina, nonostante l’invasione AI.
La minaccia dei caroselli prodotto per gli e-commerce
Non sono solo le AI Overview a massacrare i CTR. I widget “Prodotti popolari” e “Prezzo inferiore a [X]” sono apparsi più frequentemente da novembre 2024, soprattutto in categorie come casa, moda e bellezza.
Questi widget aprono Google Shopping direttamente nei risultati di ricerca. Google ha praticamente aperto un negozio proprio davanti al tuo, vendendo gli stessi prodotti ma senza far entrare i clienti nel tuo store.
Branded VS Non-Branded
Le keyword non-branded hanno subito un calo del CTR del 19,98%, mentre quelle branded sembrano quasi immuni al disastro. È la prova che nell’era dell’AI, il brand diventa ancora più importante.
Se hai un brand forte, Google ti protegge. Se sei un sito anonimo che compete su keyword generiche… beh, preparati a soffrire.
Il futuro del traffico organico
Il CTR Google in calo con l’intelligenza artificiale non è un problema temporaneo. È la nuova normalità. Come quando Netflix ha ucciso Blockbuster, o quando Spotify ha decimato l’industria discografica.
La domanda non è “tornerà tutto come prima?” (spoiler: no), ma “come ci adattiamo a questo nuovo mondo?”.
Le strategie che stanno funzionando:
- Diversificare su piattaforme dove l’AI non domina ancora (YouTube, TikTok, Reddit);
- Concentrarsi su contenuti di alta autorità che costruiscono brand awareness;
- Ottimizzare per conversioni on-site invece che solo per traffico;
- Monitorare conversioni assistite e ricerche branded.
Conclusione
Il CTR Google in calo con l’intelligenza artificiale è solo l’inizio. Stiamo assistendo alla più grande trasformazione del search marketing degli ultimi 20 anni. Siamo passati dal far west ai grattacieli in una sola notte.
Chi si adatta sopravvive. Chi resta ancorato ai vecchi KPI affonda come il Titanic. La differenza è che stavolta l’iceberg lo vediamo tutti arrivare da lontano.
Il traffico organico non è morto, ma si è trasformato. Come un virus che muta per sopravvivere agli antibiotici. E noi dobbiamo mutare con lui, o rischiamo l’estinzione digitale.